In questo articolo si parla di:

Il sito inglese trade cyclingindustry.news ha riportato questa intervista esclusiva a Fausto Pinarello, patron del leggendario marchio veneto. Pinarello è stata recentemente protagonista di un ingresso di capitali da parte del colosso del lusso L Catterton, fondo di investimento nato dall’accordo fra Catterton, LVMH e Arnault.

Ad intervistare il patron Fausto è Claudia Vianino, di Vitamina C. Ringraziamo Claudia e Mark di cyclingindustry.news per averci permesso di tradurre e pubblicale l’intera intervista.

Pinarello non si muoverà da Treviso. Abbiamo un contatto e uno scambio unico con questo territorio, ciò è essenziale per questa azienda.

Quale è stata la ragione principale che ti ha convinto, dopo tanti anni, a cedere una parte di Pinarello al fondo L Catterton?

FP: Abbiamo deciso che era arrivato il momento di aprire le porte a nuovi partner che potessero supportare un ulteriore sviluppo del nostro brand nel mondo. Non voglio leggere che si tratta di una cessione o una vendita del marchio, ma piuttosto che si tratta dell’investimento di un importante fondo internazionale nella nostra azienda.

Quali sono gli obiettivi principali di questa operazione?

FP: Vogliamo continuare, sempre con maggior forza, la nostra espansione verso la vetta dei mercati internazionali e espandere la nostra rete commerciale con l’apertura di concept store Pinarello nelle più grandi città del mondo.

Quale è ora il tuo ruolo nella compagnia e quale è il peso che avrà il fondo L Catterton nelle scelte e nelle strategie future di Pinarello?

FP: Per prima cosa io continuo ad essere il CEO di Pinarello e il proprietario di una quota consistente della compagnia. Quando la transazione è stata perfezionata e l’abbiamo annunciato ai nostri dipendenti, uno di loro mi ha chiesto cosa avrebbe significato per il suo futuro. Gli ho risposto che per chiedere ferie avrebbe dovuto continuare comunque a domandare a me! Scherzi a parte, io sono sempre a capo di Pinarello, ma le scelte strategiche andranno condivise con i nuovi investitori. Continuerò comunque a guidare il brand con la stessa forza ed energia di come ho fatto finora. Pinarello non è solo una azienda che produce biciclette ma anche, cosa per me molto importante, il mio cognome!

Cambierà qualcosa a livello di dirigenza in Pinarello?

FP:  A livello societario, abbiamo concluso il riassetto che ha portato ad una semplificazione della catena di controllo del gruppo. Con il fondo stiamo lavorando per valutare l’ingresso di eventuali nuove figure. Con questa operazione si apre un nuovo capitolo per la storia di Pinarello, ma rimane la storia di questa società, che continuerà ad essere guidata dal team che l’ha resa unica nel mondo.

Cambierà qualcosa nella distribuzione del brand?

FP: Uno degli obiettivi fondamentali dell’operazione era proprio di rafforzare la nostra rete distributiva. Continueremo comunque ad operare con una serie di partner selezionati in grado di garantirci servizi di massimo livello e di spiegare al consumatore finale le caratteristiche uniche dei nostri prodotti. ma vogliamo lavorare per riuscire a coprire nuovi punti vendita per i prodotti a marchio Pinarello.

L’azienda resterà in Italia?

FP: Assolutamente. E lasciatemi aggiungere, non solo resterà in Italia, ma non si sposterà da Treviso. Pinarello è nata qui e qui continuerà a crescere. Abbiamo un contatto e uno scambio unico con questo territorio, ciò è essenziale per questa azienda.

Cambierà qualcosa per gli attuali dealer Pinarello?

FP: Spero che qullo che cambierà sarà la loro consapevolezza di lavorare con una struttura rafforzata dall’ingresso dei nuovi capitali.

Cosa mi dici della politica dei prezzi? Dobbiamo aspettarci una loro ascesa vista la vostra partnershipcon un fondo che opera per lo più nell’industria del lusso?

FP: Se consideriamo l’intero catalogo di Pinarello i nostri prezzi vanno dalle 1000 euro della city bike Treviso, fino alle 15.000 euro della Bolide TT utilizzata anche da Chris Froome. I nostri prodotti sono già posizionati ad un altissimo livello di mercato, quindi non mi aspetto significative variazioni da questo punto di vista. Comunque focalizzeremo sempre di più i nostri prodotti sulle fasce più alte del mercato.

E riguardo all’apertura annunciata dei concept store Pinarello? Saranno esclusivi per il vostro marchio o condivisi con gli altri brand L Catterton?

FP: L’apertura dei concept store in città strategiche è parte del piano di sviluppo di Pinarello. Questo significherà massicci investimenti di capitali che potranno essere fatti grazie alla partnership con L Catterton. Loro hanno grandi capacità nell’organizzare reti di vendita. Aprendo questi store aumenteremo la nostra visibilità in città chiave, e ci sarà permesso di dialogare e incontrare i nostri clienti attuali e futuri. Saranno immersi a 360° in una “Pinarello experience” I negozi saranno brandizzati Pinarello e venderanno solamente il nostro marchio. Introdurremo forse alcuni elementi esclusivi per caratterizzare e dare ulteriore valore ad ognuno di questi store.

Intendi qualcosa come una bicicletta Bulgari by Pinarello o un orologio Pinarello/Tag Heuer?

FP: Queste sono certamente delle ipotesi ambiziose e suggestive ma al momento non c’è nulla del genere a tema. Il nostro mondo è quello della bici e di ciò che vi gravita attorno. Certamente considereremo un ampliamento della nostra linea di prodotti sfruttando il brand Pinarello, ma rimanendo sempre nel nostro contesto, che è ciò che sappiamo fare. Il mercato ci sta chiedendo le bici a pedalata assistita ad esempio: è un progetto su cui stiamo facendo dei ragionamenti. Significherebbe comunque entrare in un settore nuovo per noi, ma sempre strettamente pertinente a ciò che Pinarello fa dal 1952.

A livello personale, cosa ti spaventa di più di questa nuova avventura e quali sono le tue speranze, i tuoi obiettivi e i tuoi sogni a riguardo?

FP: Uno dei motivi che sta alla base dell’operazione con L Catterton è proprio un fattore personale: è la mia ambizione. Sono in questo settore e lavoro per quest’azienda da 38 anni e mi ritrovo a confrontarmi ogni giorno con dei giganti del settore: ho capito che se volevo far fare un salto a Pinarello da soli non potevamo farcela, anche se il business va molto bene. Il mio sogno è quello di portare l’azienda ad essere alla pari con “i big” del settore. Di questo anche mio padre sarebbe orgoglioso.

www.pinarello.it