
La Regina di Kronplatz è la neo campionessa italiana Maria Cristina Nisi che alla prima competizione con la maglia tricolore ha vinto la seconda edizione della KronplatzKing Bike Marathon svoltasi il 23 luglio, sulla distanza di 81 Km, relegando ad oltre 19′ la seconda classificata, la polacca Michalina Ziolkowska, e la terza, la tedesca Katrin Schwing. “E’ la mia 12° vittoria dell’anno e farò di tutto per aggiungerne altre al mio palmares che vorrei fosse il più ricco della mia carriera. Sarò in gara fra soli 6 giorni all’Alta Valtellina e successivamente alla 3 Epic che vinsi entrambe l’anno scorso. La gara è stata molto divertente perchè la mia sfida era con alcuni ciclisti che io staccavo sulle salite più dure e loro mi raggiungevano e superavano nelle discese che qua sono veramente tecniche. Non ho fatto nessuna tattica, come sempre: cerco di dare il massimo senza troppo risparmiarmi e godendomi il percorso che qua è veramente incredibile per un arrivo così in alto (oltre 2.200 m.) e tante meravigliose montagne intorno. Felicissima per la vittoria che mi ha incoronato regina con tanto di corona e mantello, ma anche per essere fra i primi 30 nella classifica assoluta” ha dichiarato la vincitrice.

In campo maschile vittoria per il bresciano Daniele Mensi del team Soudal Lee Cougan che ha vinto con oltre 4′ di vantaggio sul terzetto formato da Cristiano Salerno, Roel Paulissen e il tedesco Andreas Seewald, raggruppati in un minuto. Appena dietro Mattia Longa e Riccardo Chiarini, in netto recupero dopo il grave infortunio che era al via per cercare la miglior forma che gli servirà al Campionato Europeo di agosto. “Una bella vittoria con la divertente premiazione con corona ed ermellino sul trono di Kronplatz. – ha detto Mensi poco dopo l’arrivo – La gara è stata un continuo testa a testa fra me e Paulissen che consideravo il favorito anche per la sua esperienza sul tracciato che ha aiutato a disegnare. Siamo rimasti soli già sulla prima lunga salita dove io ho fatto l’andatura e lui è stato il solo a restarmi a ruota. In discesa lui è fortissimo e mi distaccava in maniera significativa, ma io lo recuperavo poi in salita. L’elastico è andato avanti così per tutta la gara e alla seconda salita verso il traguardo in altitudine l’ho staccato”.

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(photocredit Harald Wisthaler)
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