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Quanto vale il turismo su due ruote?  Poco più di due miliardi di euro l’anno. Dato a oggi sottostimato. Vediamo perché.

“L’ultima stima sul valore del cicloturismo in 28 Paesi europei calcola un fatturato complessivo del settore vicino ai 44 miliardi di euro l’anno, generato da 2.3 miliardi di gite turistiche a pedali”. Questo l’incipit del paragrafo dedicato al cicloturismo dell’A Bi Ci 1° Rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città, pubblicato da Legambiente nel maggio di quest’anno. Secondo lo studio il valore di 2.050.000.000 € del cicloturismo nel nostro Paese è tuttavia sottostimato. La cifra, infatti, si basa su una serie di informazioni raccolte, alcune delle quali, risalgono addirittura a una decina di anni fa. In particolare, si fa riferimento a The European House Ambrosetti di Confindustria – ANCMA sul valore delle due ruote, relativo a un’analisi realizzata per la provincia di Trento che ha quotato in 100 milioni di euro l’anno gli introiti turistici generati sui circa 400 km di piste ciclabili. La cifra si avvicina al costo sostenuto per la realizzazione delle infrastrutture, a dimostrazione del fatto che il rientro è repentino ed efficace. Secondo Legambiente, se il dato di Trento si applicasse, anche ridotto del 25%, ai circa 17mila km di piste ciclabili nazionali, l’Italia guadagnerebbe dal cicloturismo circa 3,2 miliardi di euro.

photo credits: David Marcu on unsplash.com

Chi è il cicloturista e cosa desidera?

Il cicloturista fa parte della categoria “turista attivo” composta principalmente dai “camminatori” e, cicloturisti, appunto, (57% – Fonte: Centro Studi TCI). La motivazione principale che spinge il turista a muoversi su due ruote è la scoperta alternativa dei territori (60% totale tra camminatori e cicloturisti). Questo dato si conferma anche grazie all’analisi dell’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo che traccia la figura tipica del cicloturista e lo descrive come colui che ama “vivere i percorsi in modo sostenibile. Apprezzandone non solo le singolarità ambientali e culturali emergenti, ma permettendo di entrare in contatto più profondo con il paesaggio, sia esso naturale o urbano, con la sua cultura e la sua tradizione. Il carattere di assoluta originalità della proposta cicloturistica è dunque quello che sostituisce alla tradizionale ‘meta turistica’ il ‘percorso’: l’atto stesso dello spostarsi in un territorio, osservandolo e ‘conoscendolo’, sostandovi in maniera più o meno programmata per il ristoro, la visita o il pernottamento, costituisce il cuore e l’essenza stessa della proposta turistica”. Secondo l’ENIT emerge un dato importante per l’economia del turismo su due ruote, perché i cicloturisti: “cercano standard e livelli di comfort medio-alti e in generale optano per strutture ricettive da 3 stelle in su”. È dunque un turista che si tratta bene e non bada a spese pur di trovare tutti i comfort per sé e per la compagna di viaggio a due ruote. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia, infatti, anche in tempi di difficoltà economica generale, i cicloturisti sono molto ben disposti a spendere, a patto di avere servizi di qualità elevata e su misura per loro.

Foto gentilmente concessa da Pineta Hotels – pinetahotels.it per Bike Hotel Guide (bikehotelguide.com)

Ma quali sono esattamente le loro necessità?

I cicloturisti cercano strutture ricettive che dispongano di locali chiusi e sicuri per la custodia delle bici, aree attrezzate dove poter riparare o sistemare le biciclette e la presenza di personale competente che li sappia guidare e orientare. Si affidano inoltre a strutture che abbiano un’offerta culinaria sana e vicina al territorio. Non trascurabile, infine, la presenza di trasporti pubblici efficienti, in grado di rispondere alle loro esigenze di mobilità durante tutta la durata del soggiorno.

Un’analisi completa del mercato cicloturistico in Italia sarà disponibile sul prossimo numero di Bike4Trade.

Foto tratte da unsplash.com