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Nasce @MuseoAcdB. Si tratta dell’acronimo di Museo Alessandria Città delle Biciclette che si inaugura oggi, 30 novembre alle ore 18, nella città piemontese al terzo piano di Palazzo del Monferrato (in via San Lorenzo 21), già sede di numerose mostre ed eventi. 

Il Palazzo ora diventa un luogo legato alla cultura della bicicletta: nel 1867, un lungimirante imprenditore alessandrino, Carlo Michel, portò in città dall’Expo di Parigi la prima due ruote mai vista in Italia. Un velocipede Michaux!

A sostegno del Museo

Il progetto si è fatto strada con il beneplacito di tutti gli interlocutori e le istituzioni, trovando ampio consenso popolare e formale, con i patrocini della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Alessandria, di quotidiani nazionali come La Gazzetta dello Sport e La Stampa, di organizzazioni come l’USSI e la Federciclismo. Importanti patrocini sono in arrivo nei prossimi giorni da parte dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del CONI. Sul telaio di questo progetto-bicicletta c’è la consapevolezza di valorizzare un mezzo di mobilità sostenibile che è anche prodotto di design, che ha dato molto all’imprenditoria locale negli anni del suo massimo sviluppo artigianale e che sta conoscendo in questi anni a livello internazionale una rinnovata attenzione, arrivando a vivere quello che è stato definito una sorta di “rinascimento”. Il museo vuole unire il linguaggio delle moderne installazioni multimediali al carattere storico-scientifico di rivisitazione di un’epoca in cui davvero Alessandria divenne il fulcro del ciclismo nazionale, generatrice di passioni e trampolino di lancio di iniziative che hanno contraddistinto la storia del grande ciclismo. Il percorso museale racconta la bicicletta come singolare sintesi di artigianato, tecnologia e progettazione, che ha generato negli artisti, negli scrittori e nei musicisti innumerevoli suggestioni, stimolandone la creatività e l’inventiva.  Comprende diverse aree tematiche che presentano ciascuna un argomento di particolare rilievo.

Le 10 aree tematiche

Carlo Michel – photo credits: alessandrialisondria.altervista.org

  • Carlo Michel. Si parte con il richiamo all’imprenditore alessandrino Carlo Michel (1842-1915), intraprendente produttore di birra e fondatore dell’Unione Italiana Birrai, che fu tra i primi a portare in Italia il velocipede, antenato asimmetrico e certamente più acrobatico della bicicletta. È da questa pietra miliare che ha origine la vocazione ciclistica della città e della sua provincia, la stessa che nel tempo ha generato grandi campioni, grandi fabbricanti di biciclette e grandi giornalisti sportivi.
  •  Il ruolo del “CVA” (Circolo Velocipedisti Alessandrino). Negli ultimi due decenni dell’Ottocento il Piemonte, insieme a Milano e Firenze, è uno degli epicentri della passione per le due ruote. La vocazione di Alessandria per le due ruote viene assai precocemente consolidata dalla presenza in città – fin dal 1876 – di una società di appassionati del pedale, e poi sancita con la nascita nel 1886 del “Circolo Velocipedisti Alessandrino”.

Il logo del Circolo Velocipedisti Alessandrini

  • La nascita del giornalismo sportivo. In questa sezione tematica la rassegna espositiva racconta gli esordi del giornalismo legato alla bicicletta. La figura storica di riferimento è quella dell’avvocato Eliso Rivera, originario di Masio, grande appassionato delle due ruote e protagonista della vita del CVA, ma soprattutto cofondatore, nell’aprile del 1896, insieme a Eugenio Camillo Costamagna, del periodico sportivo più famoso e longevo della storia del giornalismo italiano, “La Gazzetta dello Sport”.

 

Eugenio Camillo Costamagna – photo credits: comune.cherasco.cn.it

 

  • Alessandria al centro delle gare. La pista. L’Alessandrino può a buon diritto essere considerato una delle principali culle del ciclismo italiano, nel cuore di un territorio dove, già nel primo decennio del Novecento nasceranno le principali corse italiane: la Coppa del Re, la Milano-Sanremo, il Giro del Piemonte, il Giro d’Italia, il Giro di Lombardia. Il CVA è uno dei primi circoli a livello italiano in grado di far realizzare una vera e propria pista per velocipedi, inaugurata nel 1890, attiva per circa quindici anni e ancora oggi fortemente presente nella toponomastica della città, che chiama “Pista” il quartiere in cui fu costruita.
  • Maino, La “Ferrari della bicicletta”. L’azienda che l’alessandrino Giovanni Maino fonda nel 1896 in piazza Garibaldi ad Alessandria è destinata in un ristretto ambito di tempo a diventare un riferimento per sportivi ed appassionati. La sezione tematica è articolata in due distinti percorsi che ricostruiscono, da un lato, le vicende della parte costruttiva (con il graduale passaggio da laboratorio artigianale a vero e proprio insediamento industriale con migliaia di pezzi fabbricati ogni anno), dall’altro i successi conseguiti dalla squadra corse che Giovanni Maino intuì fin dalle origini come potente mezzo di propaganda commerciale, oltre che strumento per concedersi personalissime soddisfazioni sul piano agonistico.

Squadra Maino 1913 – photo credits: Circolo Velocipedisti Alessandrino

  • Campioni e campionissimi. Le storie del tortonese Giovanni Cuniolo (detto “Manina”) e della sua rivalità con l’astigiano Giovanni Gerbi (“il Diavolo rosso”), saranno qui idealmente collegate a quelle dei due “campionissimi”, massime espressioni del ciclismo italiano, oltre che alessandrino: Costante Girardengo e Fausto Coppi. Ma quelli che possiamo chiamare i “Quattro grandi” non sono soli: la mostra del 2016 aveva già innescato un progetto di ricerca (teso a ricostruire una sorta di “albo d’oro dei ciclisti alessandrini”) che troverà nell’allestimento attuale un preciso riscontro, attraverso un pannello che presenta ormai quasi duecento nomi di corridori nativi della provincia di Alessandria che hanno saputo rendersi protagonisti di storie meravigliose e sempre affascinanti come quelle degli “angeli di Coppi”, Andrea “Sandrino” Carrea e Ettore Milano, o della indimenticabile e geniale “maglia nera” Luigi Malabrocca. Altro racconto emozionante sarà quello della squadra ciclistica “SIOF”, la “Società Italiana Ossido di Ferro”, di Pozzolo Formigaro, che riuniva una serie di corridori destinati ad aiutare in veste di gregari il Campionissimo di Castellania, “il grande airone”, pur senza far parte della sua équipe ufficiale.

Fausto Coppi – Tour De France 1952 – photo credits: J.D. Noske (Anefo) – Dutch National Archives, The Hague, Fotocollectie Algemeen Nederlands Persbureau (Anefo), 1945-1989 – commons.wikimedia.org

  • L’industria della bicicletta in provincia di Alessandria. Si tratta di una sezione che attraversa la mostra come un fil rouge e racconta un’altra indiscutibile vocazione del territorio provinciale: l’artigianato (talvolta industria) della bicicletta. A partire dal nome Maino, ma senza trascurare i predecessori Montù e Castagneri o il contemporaneo Pizzorno, si snoda una teoria di grandi e piccole storie imprenditoriali che comprende fabbriche come Amerio, Gerbi, Quattrocchio, Girardengo, Validior, Peloso, Verde, Fossati, Welter, Torielli, per arrivare ai due grandi marchi di Novi Ligure legati a Bartali e Coppi, rispettivamente Santamaria e Fiorelli. Un ruolo particolare nella rassegna compete a due artigiani della bicicletta, gli alessandrini Giuseppe Dottino e Giovanni Meazzo, che selezionando con competenza e generosità tanti modelli storici dalle rispettive collezioni hanno reso unico il contesto espositivo del 2016.
  • Bicicletta e società. Diversi cimeli resi disponibili da collezionisti e appassionati raccontano il rapporto speciale che la città di Alessandria e i suoi abitanti hanno saputo costruire nell’arco di un secolo e mezzo con le due ruote. Modelli di bicicletta ad uso famigliare o lavorativo, cartoline d’epoca, fotografie di famiglia estratte dall’album dei ricordi anche grazie a un’iniziativa giornalistica del bisettimanale locale “Il Piccolo”, testimoniano questa particolare interazione che gli alessandrini hanno saputo e voluto realizzare nel tempo con i mezzi meccanici a due ruote, eredi del velocipede di Carlo Michel.
  • Area documentazione-video. Il visitatore avrà anche l’opportunità di visionare alcune testimonianze-video di particolare rilievo per i collegamenti con i contenuti del museo. Con alcuni pezzi rari mai più visti o rivisti.
  • Area new entries/prestiti stagionali. Il Museo sarà dotato di una piccola area dinamica, in grado di ospitare cimeli che non faranno parte a titolo stabile delle collezioni, ma saranno oggetto di prestito temporaneo da parte di collezionisti. Ad esempio, stendardi storici, raccolte fotografiche, manifesti, “pezzi unici” della storia del ciclismo prevalentemente locale.

Gli orari del museo

3 mattinate a disposizione delle prenotazioni delle scuole (martedì – giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00); nel week end: venerdì: dalle 16 alle 19; sabato e domenica: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.