In questo articolo si parla di:

Durante il press camp a Gran Canaria abbiamo avuto il piacere di pedalare con Davide Campagnolo, intervenuto non solo in veste di rappresentante dell’azienda, ma come vero e proprio tester d’eccezione. Nonostante gli impegni e il tempo per allenarsi per lui scarseggi si è aggregato al gruppo durante tutte le uscite, dimostrandosi un grande appassionato di ciclismo (evidentemente buon sangue non mente) e si è anche reso disponibile per fare quattro chiacchiere con noi.

Presentati ai lettori di Bike4Trade, dicci quale è il tuo ruolo nell’azienda.

Sono nato nel 1981, in azienda ricopro principalmente due ruoli: primo, Strategic Business, ovvero lo sviluppo del prodotto nelle classi merceologiche dove l’azienda non ha mail lavorato. I freni a disco ad esempio. Questa divisione fa parte dell’R&D. Ricerchiamo soluzioni tecnologici e concetti innovativi e li applichiamo a nuove frontiere e nuove tecnologie. Poi faccio anche da Product Strategy Vice Director all’AD Valentino Campagnolo, mio padre. Ho iniziato per supportarlo nella definizione della strategia di prodotto facendo un lavoro con la parte commerciale per definire le migliori strategia per l’azienda. Il mercato chiede molti prodotti, diventa essenziale capire quali i sviluppare e quando. La strategia è la cosa più importante per me, è l’incipit di partenza da cui deriva tutto, la strategia sbagliata porta a fare le cose sbagliate.

Dopo gli studi hai iniziato subito nell’azienda di famiglia?

No, non volevo entrare subito in azienda perché ho sempre pensato che avrei avuto una visione limitata del mondo, quindi inizialmente ho lavorato altrove. Ho fatto diverse esperienza fino ad arrivare alle banche. Dopo tre anni mi sono trovato a un bivio, avere una carriera nel settore bancario oppure tornare all’ovile. Cosi’ ho fatto e ho iniziato nella parte tecnica. La tecnica mi appassiona ma ho anche una sensibilità sulla parte commerciale e di comunicazione che oggi è sempre più rilevante. Cio’ che facciamo abbiamo bisogno di comunicarlo nel modo giusto. Abbiamo vissuto situazioni in cui abbiamo fatto delle meraviglie tecniche ma non è scontato farle recepire al mercato, sono delle finezze tecniche talmente spinte che solo una parte elitaria riesce a capirle. La nostra sfida ora è un po’ questa. Siamo sempre stati product oriented dobbiamo cercare di trovare il modo per comunicare al meglio le tecnologiche innovative che sappiamo fare.

Campagnolo ha inventato il cambio, poi lo ha reinventato …pensi che i nuovi gruppi siano destinati a settare un nuovo standard nell’evoluzione della bdc?

Penso che siano una cosa nuova, ci sono più di 20 nuovi brevetti, un know how con un’innovazione tecnologica spintissima. Non abbiamo fatto un restiling, siamo ripartiti da zero, ciò ha determinato anche un cambiamento organizzativo interno, è un prodotto rivoluzionario per il mercato e per l’azienda, abbiamo reinventato i componenti questa è innovazione pura, con prestazioni che somigliano a quelle del gruppo elettronico.

Cosa pensi che i vostri gruppi abbiano di più rispetto alla concorrenza? Nel progettare un prodotto nuovo ricercate comunque un “Campagnolo Feeling” o questo viene da solo?

Per sviluppare questo prodotto ci siamo dati un obiettivo e non abbiamo pensato ai costi, abbiamo pensato alla prestazione e basta, questo ha determinato prodotti che arrivano dal nostro DNA inconfondibile, anche se sono nuovi. Penso che abbiano un carattere unico e inconfondibile un’impronta tutta italiana. Abbiamo fatto un salto nel buio, ma era l’unico modo per arrivare a qualcosa di nuovo.

Quali pensate che siano le strategie migliori per far conoscere i vostri prodotti sul mercato?

Dare la possibilità al cliente finale di provare il prodotto, è una grossa sfida, perché non è un prodotto da mass market, abbiamo la convinzione che soltanto provandolo si possa capirne le reali valenze. Soprattutto dal confronto con gli altri, non ci vogliamo paragonare con nulla. Lavoriamo con i produttori di biciclette in partnership, insieme dobbiamo arrivare a un risultato, non sviluppiamo i prodotti al buio. E’ un lavoro che facciamo insieme, la sfida è stata anche questa: adattarsi a tutti gli interlocutori.

Esportate circa l’80% della vostra produzione, per quale motivo pensi che i vostri prodotti siano apprezzati più all’estero che in Italia?

Cosa fa comodo al mercato? Le grosse aziende hanno politiche commerciali votate a massimizzare i risultati, la parte che vende il prodotto ha grossi vincoli commerciali. Loro cercano spesso di saturare i punti vendita. Campagnolo non ha mai avuto questa strategia ma ne subisce le conseguenze, quindi anche per il venditore è più facile e conveniente spingere un prodotto mass market. Lavorando in un settore di altissima gamma non facciamo queste politiche, abbiamo un approccio meno pressante, è il nostro prodotto che parla, spingiamo l’utente a mettersi in discussione e sta a lui il giudizio.

Siete stati tra i primi a pensare a un cambio specifico per la mountainbike, abbandonando poi quel settore. Che ne pensate del fenomeno Gravel? Campagnolo se ne sta interessando?

E’ un settore che non è una bolla…è molto interessante e Campagnolo non può esimersi dal guardare quello che c’è sul mercato, il settore ci interessa, ci stiamo lavorando anche se oggi ancora non abbiamo informazioni da dare. Stiamo studiando il modo migliore per proporci. Posso però dire che i freni a disco nella loro fase di sviluppo è stato testato nelle condizioni di limite fisico e tecnico, a voi le conclusioni.

campagnolo.com