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“La sfida della ripresa” è il ciclo di tavole rotonde digitali organizzato dal nostro gruppo editoriale Sport Press, leader in Italia nell’editoria trade sportiva. Questi appunatmenti affrontano il tema dell’emergenza Coronavirus, con focus sulla ripartenza con l’aiuto di operatori del settore sport – aziende e retailer – tra dialogo e condivisione delle varie esperienze e raccogliendo domande, proposte e spunti di lavoro.
La prima tavola rotonda si è svolta questa mattina, si è concentrata su “Il futuro del retail tra fisico e digitale” e ha visto la partecipazione di alcuni importanti retailer italiani che si sono confrontati su temi strategici per la distribuzione e per il mercato in generale: Alberto Brambilla di DF Sport Specialist, Massimo Zuin di Sportland, Matteo e Paolo Massardi di Gialdini, Davide Ciferri di RRtrek, Davide Parodi di Sportway ed Emanuele Sala di Maxi Sport.

“Parleremo sia della fase di lockdown e su come l’avete gestita ma anche della riapertura e dei primi feedback con un occhio puntato al futuro”, così Benedetto Sironi, direttore editoriale di Sport Press e moderatore dell’evento digitale, ha passato la parola ai partecipanti.

Prima dei retailer, a offrire una panoramica sulla situazione attuale è stato Davide Cavalieri di Cavalieri Retail, un gruppo di consulenza nell’ambito della distribuzione. “Stiamo affrontando un’esperienza nuova e molto complessa. Non durerà poco, non andrà tutto bene nell’immediato e sarà tutto difficile. Ma come ogni crisi, da una parte ci sono le criticità e dall’altra le opportunità. In questo momento è importante agire su due binari pensando a tattiche a breve termine per cogliere le opportunità quotidiane, ma anche a medio e lungo termine”.

“Il sentimento che più rappresenta questo momento, a 10 giorni dalla riapertura è l’euforia– continua Cavalieri- le persone hanno voglia di comprare, aldilà di necessità e passioni. Bisogna saper cogliere questa accelerazione attuale”.

A seguire sono stati i negozianti a prendere la parola dapprima sulla situazione di lockdown e poi sulla ripartenza.

IL LOCKDOWN PER IL RETAILER
Le domande poste ai partecipanti riguardano la gestione di questo momento, il rapporto con i clienti e con i fornitori e le iniziative intraprese. In generale, quasi tutti i retail hanno chiuso prima che il decreto lo imponesse per la sicurezza di dipendenti e clienti. I canali più utilizzati per interfacciarsi con i clienti sono stati i social e ognuno ha seguito una sua modalità di gestione tra iniziative, campagne e stile di comunicazione. Tutti hanno riscontrato una continuità nel rapporto con i fornitori, attenti a rispondere alle loro esigenze, disponibili per confronti quotidiani e mossi da un supporto reciproco: “Sia noi che le aziende, abbiamo avuto una sensazione di smarrimento ci siamo dovuti aiutare per ripartire insieme” afferma Zuin di Sportland. Le conference call con i fornitori sono diventate parte integrante del loro programma giornaliero a volte anche solo telefonate di cortesia o di amicizia, ma sempre presenti.

DOPO IL LOCKDOWN
Tutti i retailer esprimono positività: la ripresa ha superato di gran lunga le aspettative e riscontrano un forte sentimento di euforia e di voglia di comprare. Una voglia legata a una vera necessità o semplicemente a un bisogno in generale. Il dubbio è se questo durerà, ma i presupposti ci sono. “Abbiamo registrato già una crescita in questi primi giorni di apertura nonostante la mancanza di due mercati per noi fondamentali soprattutto nel punto vendita di Gravellona Toce: i turisti stranieri sul Lago Maggiore e gli svizzeri con i quali comunque cerchiamo di mantenere un rapporto in vista dell’apertura delle frontiere” afferma Parodi.

Le categorie merceologiche più vendute, a parte accessori per l’home workout per chi ne dispone, sono running e bici. “Nonostante la possibilità di allenarsi all’aperto continuano gli acquisti per l’home fitness oltre a un incremento del running e della bici per quanto riguarda la nostra insegna bicimania. Le note dolenti sono solo l’abbigliamento e gli sport di squadra” dichiara Alberto Brambilla.
Anche l’outdoor e l’escursionismo sono ripartiti bene, anche se non potendo uscire dalle regioni sono relativamente fermi i viaggi di questo tipo.
La nostra regione offre tanto, a distanza di mezz’ora si raggiungono luoghi molto belli quindi trekking ed escursionismo sono ripartiti e con loro la vendita di attrezzatura nello specifico le calzature” dice Matteo Massardi. A confermarlo è anche Davide Ciferri: “Vendiamo molto bene materiale per l’escursionismo quali calzature, zaini e sacco letto forse per la riscoperta delle notti all’aria aperta. Molto meno invece l’abbigliamento”.

Tutti sono riusciti a garantire la sicurezza, a permettere ai clienti di fare acquisti in un ambiente sicuro. I clienti tendenzialmente entrano e consumano, chi si sposta ora per andare in un punto vendita va per acquistare e non per fare un giro. La permanenza nei punti vendita è diminuita ma i clienti sono più determinati nella scelta.
Nonostante i buoni segnali, notiamo una grande differenza nei punti vendita classici, rispetto a quelli nei centri commerciali dove c’è quasi meno affluenza ma chi entra acquista sicuramente, c’è un’altissima conversione” racconta Michele Zuin.

Emerge il potere del negozio fisico e di un servizio customizzato legato a un’esperienza di acquisto: “Ci sarà un maggiore apprezzamento per il negozio fisico rispetto l’online: dopo questo periodo di chiusura in casa e un po’ di tempo a disposizione si ha più voglia di vivere un’esperienza e non di comprare una scarpa dal divano di casa” questo il pensiero di Ciferri. A confermarlo la dichiarazione di Parodi: “Notiamo visite più mirate e una richiesta maggiore di assistenza da parte dell’addetto, al contrario di un atteggiamento più self service che temevo e mi aspettavo.

Tutti manifestano un po’ di incertezza sulla durata di questa euforia esprimendo la paura che possa essere un “fuoco di paglia”. Oltre a essere realistici e definire impossibile tirare le somme ora, a soli dieci giorni dalla riapertura.

Ad emergere è anche la componente prezzo che sembra non essere così importante e determinante in questo momento. “Il cliente ha voglia di comprare, di ricevere un servizio, è euforico e con il prezzo si rischia di razionalizzarlo e di allontanarlo dalla sua voglia di fare esperienza, anche di acquisto” conclude Cavalieri.

Troverete il report completo sul prossimo numero di Outdoor Magazine. Intanto è disponibile il video della tavola rotonda qui.

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