
Il presidente ci racconta il passato, il presente e il futuro del mercato e dell’industria bike in Italia. In particolare si auspica un’uscita dalla logica dell’incentivo all’acquisto (che pur è stata utile), per entrare in una fase di incentivo all’utilizzo. La cosa più importante è radicare la cultura del pedale una volta per tutte e avvicinarsi agli altri paesi europei. Per fare ciò, anche per Magri, come per altri operatori del settore occorre investire in infrastrutture e lavorare insieme.
L’anno trascorso è stato piuttosto insolito per il mondo della bici. Ciò ha causato problemi nella supply chain e nelle consegne. Pensa che potessero essere previste per tempo?
I motivi di alcuni ritardi sono riconducibili inevitabilmente alle conseguenze della pandemia e riguardano principalmente l’allungamento dei tempi di consegna da parte dei fornitori asiatici di componenti, l’aumento dei costi di trasporto via mare, la mancanza di container, le difficoltà e i rallentamenti che sta vivendo la logistica portuale. Ci confrontiamo con un quadro molto complesso e questa complessità impedisce di trovare oggi soluzioni immediate, piuttosto che prevedere ieri quello che sarebbe successo. Aggiungo che, malgrado le contraddizioni, per la bici è stato un anno straordinario: dobbiamo partire da questa positiva consapevolezza per consolidare questi risultati e dalla forza delle nostre imprese, italiane ed europee, anche per iniziare a pensare di riacquistare una maggiore autonomia nei processi produttivi. Sono passaggi che richiedono tempo e anche un supporto sussidiario degli investimenti da parte del Governo, non possiamo immaginare un auspicabile percorso di volontario reshoring come qualcosa di automatico e immediato.
Vi aspettavate una crescita così repentina in così poco tempo, oppure altri numeri per il 2020 e l’inizio del 2021?
Sì, ci aspettavamo una crescita significativa, dal nostro contatto quotidiano con le aziende e la rete di vendita arrivavano segnali positivi. Il bonus mobilità ha sicuramente sostenuto la vitalità che abbiamo registrato nel mercato e ha dato una spinta ad esso, ma è necessario sottolineare che dal nostro punto di vista abbiamo notato che l’interesse attorno alla bicicletta è comunque cresciuto a prescindere dall’intervento degli incentivi all’acquisto. La necessità di spostamenti veloci, distanziati e sostenibili, ma anche il desiderio di libertà e benessere hanno trovato risposta nelle peculiarità insite nella bicicletta, soprattutto nei contesti urbani. E questo ha contribuito in maniera determinante al successo dei numeri che leggiamo oggi.
Come pensa dovrebbero comportarsi le aziende per correre ai ripari? E i negozi? Quali sono i suoi consigli per affrontare la situazione?
Di fronte alla complessità globale del mercato e dei fattori che lo influenzano, credo sia necessario un ulteriore sforzo di analisi e studio. Serve approfondire le informazioni che arrivano da esso, analizzare trend, statistiche e vendite, esaminando segmenti e zone geografiche. I numeri e le analisi ci aiutano: molti sono convinti, per esempio, che le mtb elettriche siano il segmento con maggiore appeal sul mercato, ma poi scopriamo che sono le eCity quelle con maggior successo. Se da un punto di vista aziendale il valore dell’associazionismo e della consulenza acquisiscono oggi una maggiore rilevanza e attualità, i negozi devono invece continuare a investire, a nostro avviso, nella loro formazione. Non devono stancarsi di imparare tecniche di vendita, di comunicazione, pubblicità, di avere sotto controllo i costi e i conti della propria attività, gestendo il denaro, gli ordini e le spese nella maniera più proficua e opportuna. Tutto cambia velocemente e quindi occorre imparare cose nuove per stare al passo con i tempi. I negozi specializzati sono ancora un punto di riferimento e la maggiore diffusione della bici può avere interessanti prospettive di sviluppo su tutta la filiera.
Pensa che sia stato fatto abbastanza dalle istituzioni negli ultimi mesi per supportare la crescita del mercato della bicicletta?
Se ci limitiamo al mercato, penso che il bonus mobilità, malgrado qualche ritardo e deviazione lungo il tragitto erogativo, sia stata una misura generosa. Sarebbe ingiusto affermare il contrario di fronte alle richieste che vengono da tanti settori produttivi ed economici colpiti gravemente dalle conseguenze della pandemia. La risposta è sì.
Come si sta muovendo Ancma a riguardo?
Adesso dobbiamo aprire una nuova fase. Oltre ai temi di carattere industriale e produttivo di cui abbiamo già parlato, credo sia necessario passare da una logica di incentivo all’acquisto a una di incentivo all’utilizzo della bici, anche per completare un cammino ideale che in molti altri Paesi d’Europa è già realtà. Mi riferisco a un investimento sul piano culturale e per l’infrastrutturazione ciclabile, che insieme alla sicurezza sono temi che desideriamo rilanciare nel dialogo con il legislatore. Accanto a questo vogliamo continuare a sviluppare insieme ai produttori un programma di formazione multidisciplinare per la rete di vendita, affinché possa essere anch’essa sempre più protagonista nella diffusione dell’utilizzo della bici e della crescita del mercato.
Pensa che l’attenzione dei motori verso le eBike abbia solamente un interesse di business, oppure è sintomo di un cambiamento nel mondo delle due ruote?
Non sono approcci in antitesi, anzi si alimentano vicendevolmente in un libero mercato. Il successo delle biciclette a pedalata assistita è sotto gli occhi di tutti, ha tracciato una direzione chiara – non necessariamente in contrapposizione al motore termico, perlomeno in ambito motociclistico -, e le prospettive di sviluppo sono allettante per le imprese che vogliono investire in questo settore. Le eBike hanno allargato la platea di fruizione senza
sostituirsi, comunque in modo evidente, alla bici tradizionale: l’equilibrio di domanda e offerta ha fatto il resto e continueremo ad assistere a una crescita.
Nonostante le varie problematiche connesse, pensa che il futuro sia della mobilità elettrica? Oppure giocoforza troveranno modo per convivere elettrico e termico?
Per quanto riguarda le due ruote nello specifico, credo che elettrico e termico continueranno a convivere e a completarsi sul breve e medio periodo. Dalla lettura del mercato vediamo che l’elettrico può continuare un trend di crescita soprattutto in ambito urbano, oltre che con l’eBike anche con scooter e ciclomotori. I numeri delle moto elettriche sono ancora ridotti, sebbene l’offerta sia oggi matura e di qualità. Le due ruote a motore termico, con i propri contenuti tecnologici e l’evoluzione delle conformità agli standard europei sulle emissioni, si muovono comunque in un contesto di sostenibilità obiettivamente molto più accettabile, anche dall’opinione pubblica, rispetto ad altri mezzi di trasporto e si confrontano con una domanda legata alla passione molto forte.
In questi tempi in cui i rapporti di forza tra moto e bici sembrano un po’ cambiati, come dovrebbe comportarsi ed evolversi una fiera leader come Eicma?
Ci sono in campo sensibilità, numeri, obiettivi e pesi specifici differenti che si evolvono in continuazione. Eicma da oltre cento anni è un grande contenitore di passione; una vetrina internazionale per tutta l’industria delle due ruote, che si è sempre evoluta insieme ad essa e a servizio di essa. Da qualche anno, per esempio, allestiamo un’area speciale eBike, dove poter testare e toccare con mano gli ultimi prodotti del settore. Questo cammino evolutivo non si arresterà e non mancheranno certamente novità per i visitatori e per l’esperienza espositiva nel campo delle due ruote a pedale: da sempre Eicma è un luogo dove si immagina e anticipa il futuro della mobilità su due ruote e non verremo certamente meno a questa nostra mission proprio adesso che tutto il settore sta vivendo un rinnovato protagonismo.
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