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La bike industry prende una posizione forte contro la manomissione delle biciclette a pedalata assistita. Sotto l’egida di Conebi quindici associazioni nazionali del settore ciclistico e 68 aziende sono diventate firmatarie di un impegno per prevenire la contraffazione delle eBike.

Guidare bici modificate su strade pubbliche può non solo portare problemi di sicurezza e tecnici, ma anche comportare gravi conseguenze legali, questo il pensiero della confederazione del settore Conebi.

Erhard Büchel, presidente di Conebi, ha affermato: “L’industria della bicicletta prende molto sul serio il tema della manomissione e ha avviato diverse azioni per frenare questa pericolosa pratica. Questo impegno è solo un pilastro della nostra strategia complessiva. La vigilanza del mercato deve essere rafforzata a livello nazionale, sostenuta dalle leggi europee. Ultimo ma non meno importante, condanniamo fermamente la vendita dei kit di manomissione che mettono a repentaglio la sicurezza dei consumatori in quanto le eBike non sono progettate per velocità troppo elevate”.

Per sostenere ulteriormente questa posizione Conebi ha preparato un impegno autonomo per la prevenzione della contraffazione delle eBike. I firmatari si impegnano a garantire che tutti i requisiti anti-manomissione inclusi nella norma EN 15194:2017 siano soddisfatti e si impegnano a informare su questa pratica illegale le parti interessate correlate come i rivenditori attraverso la formazione e i workshop. Molte aziende leader come Bosch, Shimano e Bafang sono già attive in questo ambito.

C’era da aspettarsi la tempistica di questa dichiarazione. Lo scorso maggio, infatti, il Comitato europeo di normazione (CEN) ha avviato la revisione della norma EN 15194:2017 per le eBike e una nuova proposta dovrebbe essere pubblicata nell’ottobre 2021.

Fonte: bike-eu.com