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Una bici, una pinza telescopica e l’intenzione di non voler girare la testa dall’altra parte. Dal 2019, Plastic Free Ride porta avanti un progetto per essere riconoscenti nei confronti dei paesaggi che ci circondano

Plastic Free Ride è nato nel 2019 da un’iniziativa di Raffaele Fanini e Sara Mazzarella con un unico ma grande obiettivo: liberare le strade dai rifiuti. Un progetto che ha avuto origine dall’amore per gli ambienti naturali e per le due ruote, e che vuole ricordarci quanto diamo per scontato il mondo in cui viviamo. Armati di bici e pinza telescopica, Raffaele e Sara hanno intrapreso una personale missione per sensibilizzare su questo tema che riguarda noi e il nostro pianeta, e da cui distogliamo lo sguardo troppo spesso con facilità. Il messaggio da recapitare è che con gesti concreti, riflettendo sulle conseguenze delle nostre azioni, è possibile per tutti fare la propria parte nella difesa della natura.

“Riding to clean where we ride” è il claim scelto per la loro avventura iniziata tre anni fa e che li ha portati su sentieri nazionali e internazionali, con cui vogliono unire al divertimento di pedalare anche il dovere di ripulire le strade che percorriamo. Dai Monti Lessini a Santa Maria di Leuca, da Arco a Budapest, da Riva del Garda a Lucca, da Torbole sul Garda a Rimini: lunghi viaggi che hanno attraversato l’Italia e l’Europa, e che puntano a essere d’ispirazione per le persone. “Quando pedaliamo non siamo solo noi due. Il nostro corpo, la nostra mente, le nostre bici. Tutto si fonde con i paesaggi che troviamo intorno a noi”.

Il motivo? “Perché quando pedaliamo in mezzo al bosco, o in riva a un fiume, ci sentiamo come al cinema senza aver pagato il biglietto”. È la voce di Raffaele a spiegarlo in un video inedito targato Bergamont, che fornisce la Grandurance 4 da gravel ai due biker, equipaggiati inoltre con abbigliamento tecnico Scott. “È il nostro modo di essere riconoscenti verso la natura. Potremmo anche non farlo. Ma ci sentiamo come una maglia di una catena su una ruota di un cambiamento che non si può fermare”. In questi ultimi quattro anni, Raffaele e Sara hanno percorso e ripulito 4.335 km per un totale di 6.850 bottiglie di plastica raccolte, senza contare altri tipi di rifiuti raccolti come vetro, lattine e rifiuti indifferenziati, smistati poi negli appositi cassonetti”. Chi ama pedalare lo sa: anche sulle strade che regalano i panorami più mozzafiato, se si abbassa lo sguardo, ci si imbatte in rifiuti abbandonati, tracce inconfondibili del passaggio di umani incuranti. Plastic Free Ride nasce nel 2019 da un sogno, e cresce ogni giorno. Ogni volta che qualcuno condivide con noi un pezzo di strada, crede nel progetto.

Per restare aggiornati sui viaggi e sugli eventi, come per esempio la Garbage Ride, avvenuta lo scorso 17 settembre, si può seguire l’iniziativa sulla loro pagina Instagram @plasticfreeride o sul sito web plasticfreeride.it.


L’intervista / Nicola Gavardi, communication manager & PR Scott Sports

Plastic Free Ride è nato nel 2019. Quali sono i motivi che hanno spinto Bergamont a sostenere questo progetto così particolare?
Abbiamo conosciuto i ragazzi al BAM! 2020. Siamo stati attratti e affascinati dal progetto e ci sono piaciuti da subito per come uniscono lo sport e l’andare in bicicletta alla raccolta dei rifiuti e alla pulizia delle strade. Sono persone genuine, che ci hanno colpito per la loro semplicità e bontà d’animo, e per il fatto che credevano realmente in quello che facevano. Quando escono in bici, lo fanno sempre con pinza e carrellino. Per loro, pedalare è farlo in quel modo lì. Hanno preso a cuore la questione dei rifiuti abbandonati lungo la strada e non riescono a vivere le loro uscite in bici in maniera diversa. Siccome inizialmente non avevano delle bici straordinarie, la nostra azienda ha pensato di equipaggiarli con le Bergamont Grandurance 4 e con abbigliamento tecnico Scott, per permettere di svolgere le loro attività più comodamente. Per noi è importante che siano promotori anche della parte di vestiario Scott, perché siamo un marchio noto nel mondo della bici ma vogliamo essere riconosciuti anche per quanto riguarda i nostri capi.

Quanto è stato utile a livello di branding questa collaborazione?
Volevamo unire il cicloturismo a una funzione sociale. La bici è un mezzo per divertirsi e spostarsi, ma può anche essere un modo per svolgere delle azioni responsabili: in questo caso la pulizia delle strade dalla plastica. Abbiamo voluto quindi unire questi tre mondi, in modo da posizionarci non solo come marchio sportivo ma anche come un brand responsabile e attento all’ambiente.

Com’è stata sviluppata l’idea di questo video?
Nelle nostre collaborazioni impostiamo un percorso graduale, in cui valutiamo passo dopo passo come portarla avanti e in che termini. Nel caso di Raffaele e Sara, eravamo molto contenti del lavoro svolto dopo il primo anno, per cui abbiamo deciso di investire maggiormente sul racconto e lo storytelling di Plastic Free Ride, realizzando questo video che spiega proprio l’essenza della loro missione. Con queste campagne di comunicazione, inoltre, l’obiettivo è intercettare anche un target fuori dal mondo della bici, visto che si tratta di un progetto che può conquistare anche un target generalista. Del resto, ci si può rendere conto facilmente di quello che vediamo a bordo strada. Vorremmo cercare di far prendere coscienza del problema non solo ai ciclisti e agli sportivi in generale, ma anche a un pubblico il più ampio possibile.

Quali saranno le novità nei prossimi tempi per questa collaborazione?
Vogliamo sostenerli innanzitutto nelle loro Social Ride, ovvero una serie di eventi a tappe in Italia in cui ci saranno degli appuntamenti con altri appassionati di ciclismo per pedalare in compagnia e ripulire determinate aree. Forniremo gazebo, materiali e welcome kit ai partecipanti. Saremo naturalmente al loro fianco anche nei loro prossimi viaggi sulla lunga distanza.

di Daniele Pansardi