
Un pasticcio normativo permette a chiunque di sostituire le celle esauste nelle power unit delle eBike. Un’operazione che però rischia di compromettere la sicurezza tanto ricercata dai produttori ufficiali. I pericoli vanno da un malfunzionamento all’incendio. Le batterie montate sulle nostre eBike sono oramai tutte agli ioni di litio, questo grazie alla elevata densità di energia che possono accumulare, soprattutto in rapporto alla loro dimensione relativamente contenuta che permette l’integrazione con i telai bici. Esse sono sottoposte a dure condizioni di utilizzo, basti pensare a quali sollecitazioni e diverse condizioni siano esposte durante un giro all mountain. Va da sé che esse debbano sottostare ai più rigidi standard qualitativi e requisiti di robustezza. Una batteria affidabile passa da celle interne di qualità, un sistema di gestione integrato che monitora e mantiene i parametri di funzionamento tensione, corrente e temperatura rigorosamente all’interno del cosiddetto regime sicuro della tecnologia Li-Ion e, infine, da una custodia impermeabile e robusta, resistente agli urti.
Le batterie non sono però eterne, con il tempo si deteriorano e una scelta per poter prolungare la loro vita può essere quella della ricellazione, ovvero la sostituzione delle celle al suo interno, che sono appunto quegli elementi in cui l’energia accumulata viene immagazzinata. Tutto bello? Non proprio, questa operazione nasconde delle insidie e, potenzialmente una diminuzione della sicurezza dei prodotti installati sulle nostre eBike. Per fare il punto sul tema abbiamo parlato con Piero Nigrelli, direttore del settore ciclo di Confindustria Ancma.
Quali sono le problematiche legate alla pratica del ricellaggio?
Purtroppo, nelle ultime modifiche eseguite dal legislatore sulla Direttiva Macchine, per motivi ignoti, si sono letteralmente dimenticati di togliere la parte relativa alla possibilità di effettuare il “ricellaggio” (al contrario di ciò che è avvenuto per le auto), sostituendo le singole celle. Questo rende tale operazione effettuabile da chiunque. In realtà non sembra essere molto conveniente, in quanto il suo costo risulta piuttosto elevato, essendo le celle la componente più preziosa in una batteria. Purtroppo, se effettuata senza formazione adeguata e senza controlli, non c’è alcuna garanzia che questa pratica avvenga con la cura adeguata, con il rischio che la batteria possa incendiarsi. Il ricellaggio quindi, nella maggior parte dei casi, non riuscirà a fornire il vantaggio ricercato dal legislatore di una maggiore vita utile del prodotto e di una minore impronta di carbonio, a causa del rischio di sbilanciamento di celle scarsamente abbinate mentre, come confermano anche gli organi tecnici di Conebi, l’Associazione Europea dell’Industria Bici, la sostituzione indiscriminata delle singole celle crea potenziali rischi per la sicurezza ormai superati dall’attuale stato di avanzamento tecnologico nella produzione di batterie di alta qualità. Ad oggi il legislatore ha lasciato comunque aperta la possibilità di redarre una “linea guida” entro ottobre 2024, che potrebbe portare a migliorare la situazione, e restituire la possibilità di istruire dei icellatori certificati.
Come si sta comportando Ancma e l’industria per minimizzare i rischi?
Ancma ha già attivato dei webinar e un corso di formazione dal titolo “Come si gestisce una batteria in azienda”. Qui si spiega, dall’ingresso, allo stoccaggio, fino al trasporto, quali sono gli accorgimenti necessari al fine di non sottoporre le power unit a stress che potrebbero portare, in una fase successiva, alla loro combustione. I produttori effettuano numerose prove e test qualità per verificare che ciò non avvenga, come la simulazione di urti, di shock termici e shock di tensione. Queste sono le cause che possono innescare degli incendi, che sono la combinazione fra un comburente (ossigeno) e un combustibile (elementi all’interno della batteria). Quando parte, la reazione in una batteria non può essere soffocata fino a quando non è bruciata completamente (nemmeno l’acqua serve), proprio come avviene nel caso dell’uranio nelle centrali nucleari. Attualmente, grazie al grande lavoro delle aziende, i casi registrati di incidenti sono molto pochi, e spesso relativi a prodotti vecchi. La sicurezza è quindi elevatissima. Il ricellaggio senza preparazione quindi rende vano il lavoro fatto per la sicurezza.
Come state agendo per risolvere questa situazione?
Lasciare via libera al ricellaggio indiscriminato è molto pericoloso e potenzialmente è un’operazione che rischia di aumentare le possibilità che una batteria si incendi. È stato fatto un grande lavoro per permettere la costruzione di una batteria affidabile, che potrebbe essere messo a repentaglio dalla totale mancanza di controllo in fase di ricellaggio. Si rischia quindi di abbassare il livello di sicurezza in quanto chiunque può aprire una batteria, ricellarla e reimmetterla in strada, o peggio in un bosco. Le norme comportamentali esulano dalle certificazioni specifiche in fase di produzione e sono proprio queste a garantire la sicurezza, insieme alla qualità delle nuove celle. Non ci sono corsi e nemmeno una figura professionale riconosciuta per la bici. Si sta muovendo qualcosa nel mondo delle auto, dove sta nascendo la figura di “Operatore specializzato nel campo delle vetture elettriche”, qualifica che consente di avere conoscenze tali da essere idonee e compatibili anche per le eBike. Questa può essere anche un’occasione professionale e per fare selezione tra gli operatori.